March 2021
Katitzi nella buca dei serpenti
Katarina Taikon ha scritto 13 libri sulla piccola Katitzi e la sua famiglia rom. Sono storie piene di allegria, vivacità …continua
L'estate, l'ultima isola abitata prima del mare aperto nell'arcipelago finlandese, un paesaggio selvaggio e incontaminato, la casa lontana dalla civiltà, una nonna e una nipotina e, silenzioso nume tutelare, il padre. Una vita quotidiana che segue i ritmi svagati delle vacanze e quelli capricciosi del tempo: qualche visita occasionale, tempeste, avventure, divieti trasgrediti, furtive spedizioni a isole altrui, navigazioni notturne. Su uno sfondo che dell'idillio non ha il sentimentalismo, ma ne ha certamente il fascino, un libro dall'apparenza semplice che riesce a parlare senza enfasi, ma anche senza ingenuità, senza eufemismi ma con tocco ironico e leggero, della complessità del vivere, delle luci e delle ombre dell'animo umano, della crudele imparzialità della natura. «Senza un'infanzia felice non avrei mai incominciato a scrivere», dice Tove Jansson. Ed è proprio quella felicità che emana dai suoi scritti: l'espressione di quel raro equilibrio fra sicurezza e rischio, sfida e ritorno, ribellione e rifugio, paura del nuovo e desiderio di provare, timore e sete di conoscere, bisogno di solitudine e necessità di affetti. È la felicità di camminare su un filo teso, sapendo che vi è comunque una rete di protezione, del sentire con intensità, del prendere la vita sul serio, ma accettandola così com'è. Da qui l'affinità e l'intesa fra Sofia, la bambina che inizia ad affrontare la vita, e la nonna, che l'ha vissuta a fondo, l'ha amata con la saggezza di non pretendere di capirla e sa che fra poco dovrà lasciarla. Il loro dialogo, che spazia su ogni cosa che sta fra il crescere e il morire, è come una musica che resta a lungo nell'orecchio, come una sonatina.
«Voglio dire, proseguì la nonna, che le cose man mano rimpiccioliscono e poi ci sfuggono, e che quello che era tanto piacevole non significa più nulla e ci si sente impoveriti. E ingrati, in qualche modo. Si dovrebbe comunque poterne sempre parlare.»
Tove Jansson, Il libro dell’estate p. 84
Tove Jansson, Il libro dell’estate p. 144
«In ogni modo, Lui è al corrente, disse la nonna che se ne stava distesa a prua. Pensò che con Dio succede così, che lui in effetti aiuta, ma solo quando ci si è sforzati un po’ per conto proprio.»
Tove Jansson, Il libro dell’estate p. 113
«Che cosa strana è l'amore, disse Sofia. Più si ama l'altro e meno l'altro ti ama.
È assolutamente vero, osservò la nonna. E allora che cosa si può fare?
Si continua ad amare, disse Sofia minacciosamente. Si ama sempre peggio.»
Tove Jansson, Il libro dell'estate p. 57