Einar Már Gudmundsson
Angeli dell'universo
Einar Már Gudmundsson
Angeli dell'universo
Postfazione di: Fulvio Ferrari
Prima edizione: 12 novembre 1997
Pagine: 240
Prezzo di copertina: € 12,50
«Il giorno in cui sono nato è una data storica: mi hanno dato il benvenuto con lanci di sassi e di gas lacrimogeni.» È il 30 marzo 1949, il giorno in cui l’Islanda, fra contestazioni e polemiche, ha aderito alla NATO: ci sono scontri, da ogni parte si levano colonne di fumo, «simili a quelle che Ingolfur, il primo colono dell’isola, si vedeva intorno, mentre cercava un nome da dare al posto». Quella stessa mattina la madre ha uno strano sogno: i futuri quattro figli le appaiono come quattro cavalli che galoppano su un prato; ma uno, di colpo, si mette a girare in tondo fino a stramazzare al suolo. Come nelle antiche saghe, sogni e segni premonitori preannunciano per Páll, fin dalla nascita, un destino diverso. E come nelle fiabe, un veggente si china sulla sua culla con una profezia: «Su questo bambino vegliano gli angeli.» Ma non è una fata-madrina che può salvarlo dalla maledizione, è Baldvin, uno dei tanti pazzi che gli saranno compagni, quello che ha trovato l’acqua della vita nel suo giardino e che sa dagli spiriti di essere re d’Inghilterra. È Páll stesso che racconta la propria storia, e la racconta dopo che un giorno d’estate ha deciso di prendere «congedo dalla casa della solitudine e da questo mondo terreno». Ma anche da quel privilegiato punto d’osservazione che gli dà la morte, da cui può ricordare tutto e ridere, non arriva a comprendere i perché. Può raccogliere i fili sparsi delle sue esperienze, rivivere l’infanzia nel «paradiso terrestre» del cortile di casa, le scorribande con gli inseparabili compagni, le amicizie, gli incontri, gli amori, e ricostruire il tracciato di tutte quelle esistenze che si sono intersecate con la sua. Può scoprire che tutte le vie percorse non facevano che portarlo a Kleppur, l’ospedale psichiatrico dove, come in un castello dei destini incrociati, in un modo o nell’altro si rincontrano tutti i personaggi. Ma neppure agli angeli dell’universo è dato di capire dov’è quel bivio fra normalità e follia in cui alcuni continuano diritti, mentre altri si ritrovano «sempre alla casella di partenza, sempre al capolinea, con la solitudine come professione».
Temi: Fratelli e sorelle, Reykjavík, Salute mentale, Umorismo
Ambientazione: Novecento
Paese: Islanda
Titolo originale: Englar alheimsins
Collana: Gli Iperborei
Numero di collana: 68
ISBN: 9788870910681
Citazioni
«Ora che la fine si avvicina, i muri crollano e il sipario cala, lo dico chiaro e tondo: io sono vissuto sotto la luna piena, ho attraversato la volta del cielo e gli abissi del mare.»
Citazioni
«Naturalmente capisco tanto poco la realtà quanto lei comprende me. In questo senso siamo pari. Lei non mi deve spiegazioni, e io le pago quanto le devo.»
Citazioni
«Ho amato, ho riso, ho pianto, e ora che le lacrime scorrono e tutto è così divertente dico:
l’ho fatto a modo mio.»
Nato a Reykjavík nel 1954, è uno dei più rappresentativi autori islandesi contemporanei. Poeta, traduttore, fra gli altri di McEwan, vince numerosi premi per i suoi racconti. Nel 1991 scrive la sceneggiatura di Children of nature, nomination all’Oscar come miglior film straniero. Dopo I cavalieri della scala a chiocciola e L’epilogo delle gocce di pioggia, è con il …