Göran Tunström
La vita vera
Göran Tunström
La vita vera
Introduzione di: Carmen Giorgetti Cima
Prima edizione: 01 maggio 1998
Pagine: 264
Prezzo di copertina: € 13,50
«Da tempo ormai avevo smesso di credere che la vita avesse un senso. Era solo questione di resistere. Nel matrimonio, nel lavoro, nel monotono scorrere di giorni senza gioia. E poi un giorno... La vita s’insinuò dentro di me, aprii gli occhi, osai incontrare il mondo.» Così accade a Sigfrid Blom, correttore di bozze senza ambizioni, che un equivoco spinge ad aprirsi a incontri e avvenimenti, a inseguire un nome, una persona, una storia, fino ad arrivare a quel se stesso che ignorava di avere dentro. E’ il caso che guida il corso dell’esistenza, o ciò che chiamiamo caso è una porta che ci viene aperta per lasciarci intravedere, almeno per un attimo, quella vita vera verso cui vorrebbe condurci il destino? E’ ancora per un equivoco che Anna sposa Filip, scambiandolo per qualcuno che non è mai stato e a cui non oserà rivelare il miracolo dell’impossibile libertà che ricevono in dono: la loro figlia ha le ali. Un incrocio di treni tra le 13.08 e le 13.10 sulla banchina di Vara diventa il luogo della passione tra il controllore Nyponstigen e la collega Pia. Due minuti ogni dodici giorni che danno quella stretta al cuore che turba l’ordine di orari regolati e gesti prevedibili, due minuti così intensi da parere ore, scalfitture che diventano universi. E’ la Storia che travolge Isaac e Jakov, piccoli ebrei russi costretti a fuggire soli da Samarcanda a Gerusalemme, in un’odissea infinita per deserti di sabbia e di solitudine verso un irraggiungibile miraggio. La vita vera può anche non essere altro che «quella terra arida» che Isaac continuerà a ripercorrere su qualunque strada cammini, in cui non si vede che cielo e orizzonte, un filo di fumo presso una capanna, un asino in cammino verso un villaggio lontano. Tutto il resto: eccezioni. Partendo da fatti e persone reali Tunström compie, con l’emozione della sua invenzione, quel «piccolo passo verso l’interno» che sposta l’inclinazione del mondo: il tempo si dilata, i sogni diventano visibili, i prodigi possibili, la musica lascia nell’aria colonne di fumo che modificano l’anima, si illumina la spaventosa profondità e la disarmante fragilità della so-stanza umana, cui la sua scrittura porta una carezza.
Göran Tunström (1937-2000), è stato uno dei romanzieri svedesi più innovativi di fine secolo. La sua sensualità e l’estro visionario e fantastico sono espressi pienamente nel capolavoro L’Oratorio di Natale, con il quale ha raggiunto il successo. Lettera dal deserto è il suo settimo titolo pubblicato in Italia da Iperborea.