La prima spedizione Thule fu una delle più importanti missioni etnologiche dell’Artico, organizzata da Knud Rasmussen per documentare e studiare la cul­tura inuit e mappare ampie regioni ancora sconosciute. Tra il 1912 e il 1914, con slitte trainate da cani, Rasmussen e i suoi tre compagni riuscirono ad esplorare vaste aree della Groenlandia settentrionale, della parte orientale del Canada e alcune zone sconosciute del Nord dell’Alaska. La missione prendeva il nome dalla stazione commerciale «Thule» che il grande esploratore aveva fondato pochi anni prima sull’estrema punta occidentale della Groenlandia, a Capo York. Durante il viaggio Rasmussen documentò non solo le usanze e la vita quotidiana degli inuit, ma anche le loro credenze e i loro racconti mitologici. Uno degli aspetti distin­tivi della spedizione fu l’approccio: Rasmussen visse per lunghi periodi insieme alle popolazioni inuit (ne parlava perfettamente la lingua, essendo nato e avendo trascorso l’infanzia in Groenlandia) adottando il loro stile di vita e le loro tecni­che di caccia e pesca, così come l’arte di orientarsi e usare il kayak, guidare i cani, costruirsi una casa con ghiaccio e neve. Un lavoro fondamentale per preservare la conoscenza delle culture indigene dell’Artico e per capire la loro resilienza in uno degli ambienti più estremi del pianeta. Raccontato con una prosa vivace, interes­sante ed equilibrata, il suo diario rimane uno straordinario documento in cui av­ventura, sofferenza e ironia si mescolano a memorabili scene di caccia, divagazioni letterarie e riflessioni sulla profonda spiritualità inuit.