Kader Abdolah
Scrittura cuneiforme
Kader Abdolah
Scrittura cuneiforme
Postfazione di: E. Svaluto Moreolo
Prima edizione: 01 ottobre 2003
Pagine: 352
Prezzo di copertina: € 17,50
Ismail, esule politico iraniano rifugiato in Olanda, riceve un giorno un misterioso taccuino, scritto in strani caratteri incomprensibili. È il quaderno che suo padre Aga Akbar, riparatore di tappeti sordomuto e analfabeta, portava sempre con sé. Peregrinando tra le montagne innevate al confine tra Iran e urss, nei villaggi dove si tessevano tappeti volanti e i santi aspettavano il Messia leggendo libri in fondo ai pozzi, Aga Akbar registrava i suoi pensieri nell’unica scrittura che conosceva, i caratteri cuneiformi copiati da un’iscrizione rupestre. Ismail, che di suo padre era stato «la bocca e le orecchie», si pone il compito di tradurlo, per perdonarsi di averlo abbandonato e riconciliarsi con il proprio destino. Ora, in quel paese nebbioso e grigio dove si è ritrovato anche lui sordomuto e analfabeta davanti a una lingua e a usi da imparare, è tempo di cercare di decifrare il passato, il suo e quello dell’Iran dell’ultimo secolo. La modernizzazione forzata degli scià, la lotta di liberazione, l’avvento e la fine di Khomeini sono tappe dell’epopea famigliare, le cause degli eventi e dell’esilio. In un continuo oscillare tra presente e passato, tra Olanda e Persia, tra poesia e realtà, nel riannodarsi del commovente rapporto tra padre e figlio, si tessono i grandi temi di oggi: l’incontro di culture, lo scontro fra tradizione e progresso, la capacità di ritrovare quel contatto tra gli esseri per cui l’unico vocabolario che serve è quello del cuore.
Temi: Genitori e figli, Medio Oriente, Migrazioni, Politica
Ambientazione: Novecento
Paese: Olanda
Titolo originale: Spijkerschrift
Collana: Gli Iperborei
Numero di collana: 118
ISBN: 9788870911183
Con il contributo di: Programma "Cultura" della Commissione europea
Citazioni
«Io, io, io. Io sono il figlio del cavaliere, il cavaliere del castello, il castello sulla montagna, la montagna dove c'è una grotta, e nella grotta c'è una lettera. La lettera di un re. Una lettera nella roccia. Del tempo in cui non c'erano ancora le penne, ma solo il martello e lo scalpello.»
Citazioni
«A volte penso che sia il senso di colpa a costringermi a scrivere questo libro. Il senso di colpa di un figlio che non ha portato a termine il suo compito, il suo incarico, di uno che a metà è scappato e ha piantato in asso suo padre. Forse è per questo che mi appare così spesso in sogno. Non mi guarda in faccia, mi evita e distoglie il viso.»
Citazioni
«I miei amici e io non vogliamo lo scià, gli spiegai a gesti. Lo scià deve andarsene.
Sulle prime lui non capì di cosa stessi parlando, continuò semplicemente a guardarmi in silenzio. Poi all’improvviso capì. Gli tremarono leggermente le mani.
Che significa che deve andarsene? Che cosa intendi dire?
Che deve andarsene e basta. Via, abbasso lo scià!
Ma lui ha una pistola alla cintura.
Riflettei alcuni istanti. Dovevo farlo o no?
Ero indeciso, ma poi infilai la mano destra sotto il cappotto ed estrassi una pistola.»
Kader Abdolah, nato in Iran nel 1954, perseguitato dal regime dello scià e poi da quello di Khomeini, dal 1988 è rifugiato politico nei Paesi Bassi. Da quando ha cominciato a scrivere nella «lingua della libertà», coniugando le tradizioni letterarie di Oriente e Occidente, è diventato uno dei più importanti e amati scrittori di questo paese. Con Scrittura cuneiforme ha conquis…