Elisabeth Åsbrink
Il mio bellissimo odio
Elisabeth Åsbrink
Il mio bellissimo odio
Prima edizione: 05 febbraio 2025
Pagine: 512
Prezzo di copertina: € 19,50
Partendo dal ritratto di Victoria Benedictsson, una delle scrittrici nordiche più moderne e interessanti dell’Ottocento, Åsbrink ci regala una riflessione acuta e illuminante sull’emancipazione femminile, la creatività e il desiderio di autodeterminazione.
Victoria Benedictsson è una figura centrale della letteratura nordica del XIX secolo. Nata in una famiglia di agricoltori, fu inizialmente ostacolata nelle sue ambizioni artistiche ma sfidò tutte le convenzioni del suo tempo iniziando a scrivere con lo pseudonimo maschile di Ernst Ahlgren per poter emergere nel mondo letterario dell’epoca, completamente dominato dagli uomini. Nata in una fattoria nel Sud della Svezia, Benedictsson viveva una vita claustrofobica accanto a un marito molto più vecchio di lei. Tuttavia, la sua aspirazione a superare i limiti imposti dal suo essere donna la portò ad andarsene di casa, trasferirsi a Copenaghen, abbandonare il marito e i figli e ad avere un’appassionata storia d’amore con l’intellettuale danese Georg Brandes, che influenzò la sua vita e la sua carriera. Fino al tragico epilogo in una stanza d’albergo a Copenaghen quando si tolse la vita a soli 38 anni. Åsbrink dipinge un ritratto intenso e complesso di una donna in lotta con le aspettative sociali e morali dell’epoca, immersa in un contesto culturale ossessionato da letteratura, sesso e morte. In un crescendo di emozioni e riflessioni sul ruolo della donna, sull’indipendenza, la paura della solitudine, la maternità e sulla libertà personale, questo libro riporta in vita una scrittrice dimenticata, il cui lavoro e tragico destino furono, in parte, oscurati da scrittori come Strindberg e Ibsen.
Temi: Amore, Copenaghen, Letteratura, Minoranze, Solitudine
Ambientazione: Ottocento
Paese: Svezia
Collana: Gli Iperborei
Numero di collana: 394
ISBN: 9788870916942
Elisabeth Åsbrink (1965) è una nota scrittrice e giornalista svedese, si è affermata in patria e all’estero con reportage letterari di argomento storico e sociale che fondono fascino narrativo, una ricerca minuziosa e una profonda sensibilità, ottenendo premi prestigiosi come l’August e il Kapuściński. Con 1947 (Iperborea 2018), il suo primo libro tradotto in Italia, Elisabeth Åsbrink scava nei retroscena degli eventi e compone un raccont…