Lars Gustafsson
Le bianche braccia della signora Sorgedahl
Lars Gustafsson
Le bianche braccia della signora Sorgedahl
Prima edizione: 20 gennaio 2012
Pagine: 240
Prezzo di copertina: € 15,50
E se non fossi mai esistito? si chiede un ex professore di filosofia a Oxford, che come uno sciamano ha imparato a liberare l’anima dal corpo per viaggiare indietro nel tempo e scoprire il sottile confine tra memoria e sogno. Forse è per questo che tutti i ricordi lo riportano a un anno, il 1954, quando nella nativa Västerås arrivò la più forte grandinata estiva della storia, ma soprattutto lei, la signora Sorgedahl. Lei che aveva il doppio dei suoi anni e un marito noioso, ma lunghi capelli rossi, un profumo di un altro mondo, e quelle belle morbide bianche braccia che gli avrebbero “aperto le porte della vita”. E per ricostruire un’esperienza così intima e segreta da dubitare che sia accaduta davvero non può che ricomporre l’intero puzzle dell’adolescenza, un paradiso perduto di dispute filosofiche con gli amici nel locale caldaia, di racconti famigliari su cani-demoni e prevosti-fantasmi e di incontri proibiti con Ingela, la figlia del Fonditore. Ricordo e fantasia, ironia e rimpianto guidano una proustiana ricerca interiore che diventa un viaggio attraverso l’intero scibile, abbracciando i segreti della pesca al plancton lacustre e i vantaggi morali che offrirebbe un mondo politeista, il legame tra lo Spirito Santo e un organo dell’Ottocento a 50 voci e quello tra il nastro di Möbius e il mistero del tempo. In un funambolico gioco borgesiano intorno a quella babele di domande senza risposta che è l’uomo.
Citazioni
«Folke suonava il pianoforte e l’organo. Ma soprattutto suonava il grammofono. Suo padre era gentile, generoso. Per i nostri standard, Folke possedeva cose decisamente costose, come il giradischi Tandberg con la puntina in zaffiro al posto delle misere puntine d’acciaio e di cactus di cui dovevamo accontentarci noi. Dal mio grammofono ronzava costantemente una nota bassa che in qualche modo veniva dal motore. Mi dava a volte la sensazione che anche la vita avesse sostanzialmente un simile sottofondo, una lunga nota bassa ronzante di angoscia che era la firma della nostra stessa esistenza.»
Citazioni
«Tutti volevano che il tempo passasse in fretta. L’uomo di tempo ne ha così poco, e la maggior parte di quello che ha lo trascorre cercando di farlo passare in fretta.»
Citazioni
«In questo racconto, come vi sarete accorti, è un vecchio che parla. E il fatto mi dà un vago senso di disagio cinquant’anni dopo. Certo che il presente può determinare e cambiare il passato! Solo chi non ha capito che in fondo tutto l’universo è contemporaneamente presente crede che le cause vadano solo in una direzione. Quante volte non mi è capitato di vedere come avvenimenti per esempio della fine degli anni Ottanta abbiano profondamente influenzato cose che mi erano capitate negli anni Cinquanta.»
Citazioni
«Probabilmente la povera umanità si limiterebbe a sbadigliare. La vita, in altre parole, mi ha lasciato nel complesso in pace. E io posso dire quasi la stessa cosa di me nei suoi confronti. Anche se naturalmente ogni tanto ho quella nota sensazione di aver vissuto questa vita invece di qualche altra. Del resto, chi non ce l’ha?»
Citazioni
«Quando adesso, da una prospettiva per così dire più matura, guardo indietro a quell’età dei nove-dieci-undici anni, non posso che stupirmi di quali enormi risorse di amore e odio potesse racchiudere. E che praticamente non sono state utilizzate. Dove vanno a finire tutto l’amore e tutto l’odio inutilizzati? Vengono raccolti in una cisterna da qualche parte?»
Citazioni
«Erano gli anni Cinquanta, un’epoca in cui era ancora abbastanza facile poter parlare con un medico, se si riusciva a presentarsi in un ospedale con un disturbo in qualche modo interessante. E questo era senza dubbio interessante, giudizio su cui il medico quanto il suo assistente concordarono all’istante.»
Citazioni
«Se ce l’avessi, un posto dove andare. Forse mi aggregherei all’allegra rumorosa brigata del Fonditore e accarezzerei i cani, aiuterei le ragazze a portare tutte quelle ceste e coperte e bottiglie giù fino alla barca, solo per poter partecipare un breve attimo alla vita.»
Lars Gustafsson (1936-2016), originario del sud della Svezia che fa da sfondo a molti suoi romanzi, è considerato il più internazionale scrittore svedese contemporaneo. Studioso di matematica e filosofia, poeta, saggista, drammaturgo e romanziere fra i più tradotti all’estero, ha insegnato per vent’anni Storia del pensiero europeo a Austin, in Texas. Nei suoi racconti come nelle poesie si riconosce …