March 2021
Katitzi nella buca dei serpenti
Katarina Taikon ha scritto 13 libri sulla piccola Katitzi e la sua famiglia rom. Sono storie piene di allegria, vivacità …continua
«Ingmar Bergman è il più grande tra i registi, gli scrittori e gli intellettuali della cultura scandinava.» Goffredo Fofi
Sulle rive di un inquieto mare incolore, il Cavaliere gioca a scacchi con la Morte. L’ha incontrata al ritorno dalla Crociata in Terra Santa, dove aveva creduto di poter trovare uno scopo alla sua vita nell’azione eroica al servizio di Dio. È tornato amaro e disilluso, con il cuore vuoto, tormentato dalle stesse domande con cui era partito. Per questo ha chiesto una dilazione, sfidando la Morte a una partita che sa di perdere, ma che gli lascerà forse ancora un’occasione per compiere almeno un’unica azione che abbia un senso. I vari personaggi, il Cavaliere, il quasi falstaffiano scudiero Jöns, l’attore Skatt, il fabbro Plog e la moglie Lisa, il farabutto Rayal, la Strega-bambina condannata al rogo, vanno incontro al loro destino sullo sfondo dell’eterno scontro tra luce e tenebre, bene e male. Soli superstiti Mia e Jof, la felice coppia di giocolieri che incarna quell’amore, quella semplicità delle piccole cose, quel frammento di serenità che il Cavaliere riesce a sottrarre alla Morte. Scrivendo una sceneggiatura, dice Bergman, si vorrebbe avere a che fare, invece che con le parole, con qualcosa che somigli a una partitura musicale e conservi il ritmo, il tono, ogni minima sfumatura di quelle visioni che sono la vera sostanza da cui nascono i film. Ed è proprio la resistenza delle parole a tradursi in immagini che rende la sceneggiatura del Settimo Sigillo indipendente dalla realizzazione scenica, restituendoci quella parte delle visioni che il cinema non può dare: i profumi, gli odori, i sapori, o la malinconia del sole «che rotola sul mare nebbioso come un pesce gonfio d’acqua».
«CAVALIERE: Io voglio sapere. Non credere. Non supporre. Voglio sapere. Voglio che Dio mi tenda la mano, che mi sveli il suo volto, mi parli.
MORTE: Ma Lui tace.
CAVALIERE: Lo chiamo nelle tenebre, ma a volte è come se non esistesse.
MORTE: Forse non esiste.»
Ingmar Bergman. Il settimo sigillo p. 28
«MORTE: Non smetterai mai di fare domande?
CAVALIERE: No, non smetterò mai.
MORTE: Tanto non avrai mai risposta.
CAVALIERE: A volte credo che le domande siano più importanti delle risposte.»
Ingmar Bergman, Il settimo sigillo p. 66
«CAVALIERE: Io voglio sapere. Non credere. Non supporre. Voglio sapere. Voglio che Dio mi tenda la mano, che mi sveli il suo volto, mi parli.
MORTE: Ma Lui tace.
CAVALIERE: Lo chiamo nelle tenebre, ma a volte è come se non esistesse.
MORTE: Forse non esiste.»
Ingmar Bergman, Il settimo sigillo p. 28