Finn Carling
I ghepardi
Finn Carling
I ghepardi
Postfazione di: P.M. Marocco
Prima edizione: 01 gennaio 2003
Pagine: 120
Prezzo di copertina: € 8,50
La libertà è la condizione naturale di ogni essere vivente: nati liberi, ci portiamo dentro la nostalgia di quello spazio infinito che è la patria originaria dell'anima e dell'istinto. SIamo noi stessi o gli altri a separarcene, per paura o per sopraffazione, o è l'essenza stessa della vita l'esilio da quel paradiso perduto? Sono queste, tra le tante, le domande stimolate da questo breve e strano romanzo che, nonostante abbia per protagonisti un vecchio e un condor e altri animali, parlando d'altro parla di noi, senza però cadere nei rischi della parabola: suggerisce ipotesi, crea attese e lascia che sia il lettore a collegare gli indizie scegliere le proprie interpretazioni. Perché il Vecchio siede ogni giorno immobile sulla panchina dello zoo davanti al padiglione delle fiere? Qual è il suo legame con il vecchio ghepardo di cui sembra il sosia umano e con cui scamnbia pensieri? Chi è realmente? Può davvero essere stato un animale libero e selvaggio, come racconta alla bambina che compare ogni tanto seduta ai suoi piedi? O nasconde invece un inconfessabile passato da terrorista o da infelice lobotomizzato, come potrebbero rivelare tre ipotetici appartamenti dove forse abita, ispezionati dal giardiniere che lo pedina? O è solo un uomo ingabbiato nella vecchiaia e nella solitudine che condivide la sofferenza di tutte le creature recluse? Ma anche altre sono le chiavi di lettura: Rabindranath è il suo nome, quello del poeta di Tagore, e Gintanjali, la sua più nota raccolta, quello della bambina. Una meditazone sulla scrittura, perché «le parole che fanno soffrire bisogna esprimerle»? O un'eco dei versi del grande poeta bengalese sull'uomo prigioniero che, erigendosi intorno muri, chiudendosi nei suoi forzieri, si forgia le proprie catene, perdendo di vista il suo vero essere?