Pär Lagerkvist
La mia parola è no
Pär Lagerkvist
La mia parola è no
Introduzione di: Franco Perrelli
Prima edizione: 01 luglio 1998
Pagine: 64
Prezzo di copertina: € 7,50
Provocatorio e contro ogni corrente, La mia parola è no, del 1927, è un’opera cruciale nell’evoluzione del pensiero di Lagerkvist, quasi suo testamento spirituale, una di quelle pregnanti meditazioni nel mezzo del cammino della vita, quando si sente il bisogno di fermarsi «per cercare di capire», una confessione personale che diventa riflessione sull’umanità, la sua condizione e il suo destino. È il contrasto fra essere e vivere il dilemma centrale, l’impossibilità di realizzarsi nella propria interezza entro gli angusti confini dell’esistenza, l’insanabile contrapposizione fra l’uomo, la sua inquietudine, la sua nostalgia d’infinito, l’immensità dei suoi desideri e la vita di cui è prigioniero, con il suo inesorabile procedere senza significato, distribuendo felicità e dolore, indifferente a ciò che trascina con sé, senz’altro scopo che perpetuare se stessa. «Tutto ciò che di più alto e più nobile compie l’uomo è una fuga dalla vita e una sua negazione», un riconoscere la propria alterità, un dirle no, rinunciando a un’impossibile conciliazione. Dall’apparente pessimismo emerge in realtà una visione strenuamente idealistica dell’uomo, creatore di dèi, di mondi e di spazi al cui confronto l’oceano stellato dell’universo è effimero e insignificante. Attraverso le immagini della poesia, più che nel linguaggio della filosofia, è espressa un’intensa dichiarazione di fede che si oppone a ogni forma di nichilismo e che, al di là di toni polemici a tratti inattuali, si confronta con temi di viva attualità: il rapporto tra scienza ed etica, il senso di una ricerca spinta agli estremi delle sue possibilità, i limiti di un sapere che indaga in tutte le direzioni del come, trascurando i perché, l’inestirpabile bisogno di sacro. Davanti al miracolo della bontà, dell’amore, della giustizia e al mistero del divino che l’uomo si porta dentro, l’ateo Lagerkvist arriva a dire, proclamando la sua fiducia in un’evoluzione dello spirito umano e nella sua inalienabile grandezza: «non c’è ancora un Dio, ma quando ne saremo davvero degni, verrà».
Temi: Filosofia, Libertà, Premio Nobel, Ribelli, Spiritualità e Religione
Ambientazione: Novecento
Paese: Svezia
Titolo originale: Det besegrade livet
Collana: Gli Iperborei
Numero di collana: 73
ISBN: 9788870910735
Nato a Växjo nel 1891, trascorre la giovinezza condizionato da un ambiente rurale e conservatore in un periodo di forti cambiamenti nella vita sociale, politica e letteraria. Poeta, drammaturgo e autore di romanzi e racconti, è uno dei più noti classici svedesi. Gli anni di esordio sono caratterizzati dall’interesse per le avanguardie, dalla violenza espressionistica di poesie che riflettono gli orrori dell…