L’isola di Nuova Caledonia nell’Oceano pacifico; Sant’Elena al largo delle coste africane; l’isola siberiana di Sachalin. Qui sono stati confinati, a cavallo fra il XIX e il XX secolo, l’anarchica francese Louise Michel, poetessa e amica di Victor Hugo, organizzatrice della Comune di Parigi, definita dalla stampa «una lupa assetata di sangue» e nota ai suoi compagni come «la gentile Loui- se»; il principe Dinuzulu, il più veloce dei corridori, il più abile dei cacciatori, figlio dell’ultimo re zulu a essere riconosciuto dalla Corona britannica, che vide la propria casa ancestrale bruciare per quattro giorni e quattro notti; e il rivoluzionario ucraino Lev Sternberg, imprigionato dallo zar Alessandro con l’accusa di sedizione e perseguitato in carcere da voci fantasma, che, a sentire dopo tre anni il profumo del mare quando stava per partire per Sachalin, provò un breve palpito di speranza. Accompagnato dalla guida spirituale e letteraria di Ovidio e dei suoi canti di esilio, William Atkins segue i corsi e ricorsi di queste tre vite, indaga i luoghi alla ricerca della verità che sta al centro dell’esperienza dell’esilio e delle sue contraddizioni – libertà e prigionia, lontananza e vicinanza, imperialismo e rivoluzione. Definito uno dei prosatori più eleganti ed eruditi del Regno Unito, e uno dei più innovativi per come mescola memoir e letteratura di viaggio, in Tre isole Atkins dà prova di un’empatia immaginifica che non si ritrae di fronte a nessun aspetto dell’esistenza umana, neppure i più dolorosi.