La stanza delle citazioni

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«Il mondo del circo, come più tardi quello dell’arte, torna in Bang come il luogo ideale della diversità e della marginalità, dove far muovere i suoi vagabondi, i solitari, i disadatti alla vita, cui sente egli stesso di appartenere. I Quattro Diavoli è la breve e intensa storia di un’attrazione fatale. In un’atmosfera satura di tensione erotica, fra i lustrini del circo e i numeri degli acrobati, sotto lo sguardo impotente e tormentato dalla gelosia della compagna, il giovane Fritz si lascia trascinare dalla passione violenta e distruttiva per una donna che lo seduce per puro capriccio. Il fragile equilibrio di un mondo elementare può spezzarsi con la facilità di un filo di trapezio.»

Herman Bang I Quattro Diavoli
Herman Bang

Nato nello Jutland nel 1857 e morto negli Stati Uniti nel 1912, Herman Bang è uno dei nomi che, insieme a Ibsen, Strindberg, Brandes e Jacobsen, hanno contribuito a dare alla letteratura scandinava di fine secolo una dimensione europea. Romanziere e giornalista, attore fallito ma regista apprezzato, segue in un primo tempo il naturalismo, ma trova poi nel “romanzo impressionistico” il suo stile particolare, che vede fondersi la sua acuta sensibilità decadente con una delicata ironia. Tra i suoi romanzi pubblicati in Italia: La casa bianca e La casa grigia (Iperborea 2012) tra i capolavori del decadentismo nordico, I Quattro Diavoli (Iperborea, 1999), L'ultimo viaggio di un poeta (Iperborea, 2012) e Lungo la strada (Guanda, 1989).

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