Ingmar Bergman
Il giorno finisce presto
Ingmar Bergman
Il giorno finisce presto
Prima edizione: 01 marzo 2008
Pagine: 108
Prezzo di copertina: € 11,00
«Sono venuta a prendere la sua anima»: è con queste improbabili parole che una sconosciuta si presenta alla porta di Jenny, vedova quarantenne di notevole fascino e bellezza e pittrice di un certo talento. «Sono le due e un quarto, adesso. Domani alle due e un quarto lei morirà.» Non importa che chi le pronuncia abbia un’aria un po’ smarrita da Esercito della Salvezza e non importa che sia magari un’ex alcolizzata fuggita dall’ospedale psichiatrico, quell’assurda profezia mette in moto un’inquietudine ossessiva in chi l’ha ricevuta, in cui la paura, il senso di fugacità di una vita che appare all’improvviso vuota e inutile, si unisce a un desiderio di aggrapparsi a qualcosa, a un amore, a una fede, che possa fermare l’inesorabile scorrere del tempo tra le dita. È la notte di mezz’estate, il giorno più lungo dell’anno, una festa di felliniana malinconia e quasi felliniani personaggi, in cui un attore fallito fa recitare ai suoi burattini la leggenda di Ognuno, e le coppie si formano e si disfano a passo di danza in un gioco ambiguo di seduzione e smascheramenti. Ci sono già tutti i grandi temi di Bergman in questo coinvolgente dramma giovanile, messo in scena per la prima volta a Göteborg nel 1947 e finora inedito in Italia, in particolare Il Settimo Sigillo e Il posto delle fragole: il misterioso incombere di una morte annunciata, la sensazione di non aver mai vissuto, quel riconoscersi creature superflue smarrite nelle tenebre, cui non resta che prendersi per mano e invocare un Dio in cui non credono, e quella lucida e intensa “resa dei conti” con se stessi che sarà la cifra costante dei personaggi bergmaniani.
Temi: Cinema, Teatro
Ambientazione: Novecento
Paese: Svezia
Titolo originale: Dagen slutar tidigt
Collana: Gli Iperborei
Numero di collana: 161
ISBN: 9788870911619
Ingmar Bergman (1918-2007), è uno dei maestri indiscussi della cinematografia internazionale. Figlio di un pastore protestante della corte reale, debutta come drammaturgo negli anni Quaranta, dando espressione al clima angoscioso del periodo con una serie di drammi che si riallacciano alla tradizione di Strindberg, H. Bergman e Lagerkvist. Ma l’affermazione giunge a partire dagli anni Cinquanta, con l’attivit&agr;…