La stanza delle citazioni

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«La maggioranza delle concubine proveniva dalla campagna. Erano giovani che lo scià aveva notato passando per i paesi durante i suoi viaggi e portato con sé. All’inizio erano molto contente di essere state prescelte e pensavano che la fortuna si fosse posata come un’aquila sulla loro spalla. Una volta entrate nell’harem, Naser si divertiva con loro per qualche notte, le accarezzava, le mordeva, le pizzicava sul collo, sul seno e sulle cosce per poi prenderle brutalmente. Dopo di che nella maggior parte dei casi non tornava più. Quelle giovani donne analfabete finivano in un complicato labirinto di credenze, superstizioni, malattie, pettegolezzi, giochi di potere, intrighi femminili, attività di spionaggio e oscure manovre politiche. Erano prigioniere giorno e notte. E ammazzavano il tempo truccandosi, fumando il narghilè, mangiando e litigando tra loro.»

Kader Abdolah Il re p. 29
Kader Abdolah

Kader Abdolah, nato in Iran nel 1954, perseguitato dal regime dello scià e poi da quello di Khomeini, dal 1988 è rifugiato politico nei Paesi Bassi. Da quando ha cominciato a scrivere nella «lingua della libertà», coniugando le tradizioni letterarie di Oriente e Occidente, è diventato uno dei più importanti e amati scrittori di questo paese. Con Scrittura cuneiforme ha conquistato il pubblico internazionale e con La casa della moschea ha ottenuto in Italia il Premio Grinzane Cavour 2009. Tra gli altri suoi romanzi, pubblicati in Italia da Iperborea, si ricordano Il viaggio delle bottiglie vuote, Un pappagallo volò sull'Ijssel, Uno scià alla corte d'Europa e Il sentiero delle babbucce gialle.

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