Approfondimento

Il futuro non fa paura, basta avere un amico

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Il futuro non fa paura, basta avere un amico

Data: 18 Novembre 2024

Valentina De Poli recensisce «Diventerò una star» di Ulf Stark (trad. Laura Cangemi) su La Stampa – TuttoLibri il 14/09/2024

Vedi alla voce Ulf Stark e trovi un nuovo arrivato nel catalogo dei Miniborei, il diciassettesimo titolo pubblicato in Italia dell'autore di cui ricorre quest'anno l'80° anniversario. L'amatissimo scrittore svedese ci ha lasciato nel 2017 ed è rassicurante saperlo comunque al nostro fianco, lì sul comodino con i suoi romanzi per bambini, mentre lo immaginiamo nel suo caschetto canuto da folletto geniale, icona che riflette la sua personalissima poetica. Stark sa che non sempre è facile essere bambini, ma per fortuna con i suoi libri lo è un po' di più. Saranno le scarpe magiche e puzzolenti di Percy, o il suo modo di raccontare nei piccoli e grandi libri l'amore romantico tra bambini o l'ultimo viaggio coraggioso, malinconico e pieno di vita narrato ne «La grande fuga» , romanzo uscito postumo in Svezia come un testamento (lo trovate nel catalogo di Iperborea con la traduzione di Laura Cangemi), di certo Stark conosce il segreto per creare totale empatia con i giovani lettori, tanto da essersi messo più volte in gioco tra le pagine come Ulf bambino, via via portentoso, grintoso, detective, mannaro e innamorato.

In «Diventerò una star», passa la penna del protagonista a Ruben, intraprendente ragazzino con ciuffo e felpa un po' dark, che ci racconta una storia di amicizia esemplare e commovente, la cui sostanza è riassunta nella frase che rivolge al suo migliore amico: «...e non preoccuparti per il futuro. Di quello mi occupo io». Molto più di un conforto per chi come Astor, il co-protagonista sfortunato, è convinto di valere poco, di essere bruttissimo, di combi. nare solo guai, come gli fanno notare perplessi gli adulti che lo circondano, e perfino di essere la causa che costringe la mamma in un letto d'ospedale. Uno stato d'animo che non promette nulla di buono per un bambino che, invece, sogna di diventare una superstar.

In effetti Astor sulla sua felpa ha una stella grande così, si tratta solo di provare a farla brillare e Ruben ne fa la sua naturale e disinteressata missione. Per amicizia. Prima di tutto perché un amico come Astor che «sa muovere le orecchie, fischiare fortissimo, camminare sulle mani, fare scoregge a comando e imitare alla perfezione il suono della campanella» merita il meglio e poi perché le sfide "intellettuali" appassionano Ruben più di qualsiasi partita a pallone. Provvidenziali saranno certe letture che capitano per caso, tra un datatissimo fumetto di Mandrake e un complicatissimo libro sull'ipnosi scovato in biblioteca, argomento all'apparenza troppo tutto per due ragazzini, ma che rielaborato con i codici creativi di una mente giovane, e angelicamente diabolica, può riservare sorprese.

Ruben sembra dire al futuro "A me gli occhi!" e con la complicità inconsapevole di una manciata di adulti-cavia, riesce a riaccendere il sogno di Astor e di tutti i bambini che come lui non si sentono abbastanza. In uno dei suoi romanzi, «Il club dei cuori solitari» (trad. di Laura Cangemi), Ulf Stark ha stilato le tre regole con cui quattro amici si prefiggono di consolare le solitudini: trovare chi è solo al mondo, renderlo più felice che si può e poi, insindacabile, che alle riunioni del club si faccia sempre merenda. Uno statuto che si applica perfettamente alla finalità e allo spirito dei libri di Stark e, naturalmente, anche a «Diventerò una star» , il titolo-ciliegina dei festeggiamenti itineranti per l'80°compleanno che si svolgono tra scuole, biblioteche e festival, cominciati alla Fiera del Libro di Bologna e ora a Milano, il 15 e 27 settembre, prossimamente a Torino.