Titoli

Giappone

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Più di altri paesi altrettanto ricchi e complessi, il Giappone ha la capacità di suscitare sorpresa. L’esasperazione delle vite dei moltissimi abitanti di un arcipelago così piccolo, il monolitismo delle strutture sociali, l’originalità dell’industria culturale, il gigantismo delle multinazionali tecnologiche, la resilienza delle sue tradizioni e la varietà delle sottoculture delle megalopoli post umane ci lasciano meravigliati o perturbati, e ci trasformano in piccoli etnologi che si grattano la testa perplessi. Perché sorprendersi allora se dalla notte dei tempi un’infinità di viaggiatori, entusiasti, reporter e scrittori ha versato fiumi di inchiostro su questo stesso incanto? Lo stupore non è forse uno dei combustibili della miglior letteratura? Le parole più o meno intraducibili un tempo snocciolate dal nerd di turno impallinato di Sol levante fanno oggi parte del nostro bagaglio culturale comune: otaku, karōshi, sararīman, shokunin, gōkon. Ciò nonostante, il Giappone è sempre un puzzle di cui riusciamo ad assemblare alcune tessere, ma il cui disegno complessivo rimane impenetrabile. Questo enigma lo ha reso un generatore senza fine di storie, racconti, riflessioni di cui nelle pagine che seguono si può leggere una raccolta necessariamente soggettiva, ma trasversale: dal culto degli antenati alla scena musicale di Tokyo, dall’alienazione urbana al cinema, dal sumo al maschilismo, per citarne alcuni. Il Giappone, come sospeso tra invecchiamento della popolazione e post modernità estrema, tra immobilismo e sperimentazione del futuro, è un osservatorio privilegiato per capire il mondo che è stato e quello che sarà. A patto che partiamo per questo viaggio senza la pretesa di risolvere il mistero, perché come ricorda Brian Phillips in «Vivere da giapponesi» (pagina 108): «Alcune storie giapponesi finiscono bruscamente. Altre non finiscono proprio, ma nel momento cruciale staccano sull’immagine di una farfalla, del vento o della luna.»


Pagine: 192

ISBN: 9788870915488

Prezzo: 19,50 €

Uscita: novembre 2018

Fotografie: Laura Liverani (Agenzia Prospekt)

Autori: Jake Adelstein, Cesare Alemanni, Giorgio Amitrano, Ian Buruma, Richard Lloyd Parry, Léna Mauger, Murakami Ryū, Amanda Petrusich, Brian Phillips, Sekiguchi Ryōko, Yoshimoto Banana

Collaboratori: Matteo Battarra, Giacomo Donati, Furukawa Hideo, Tania Palmieri

Illustrazioni: Edoardo Massa

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Sommario

religione

Fantasmi dello tsunami

— Richard Lloyd Parry

Lo tsunami del 2011 ha rinvigorito la vera religione del Giappone: il culto degli antenati. I superstiti segnalano ancora apparizioni e possessioni misteriose e vengono assistiti spiritualmente dal reverendo Kaneda.

costume

Le donne del «fai da te»

— Sekiguchi Ryōko

Per decenni il lavoro delle donne è stato confinato in casa, dove hanno cucito, cucinato e creato di tutto. Dopo anni di progressi ed emancipazione, ora molte sognano un ritorno alla quiete domestica.

nazionalismo

Il culto (non più così) segreto che governa il Giappone

— Jake Adelstein

Una setta shintoista con un programma monarchico, patriottico e revisionista si muove all’ombra del governo. Tra i membri, Abe Shinzō e altri politici di spicco.

politica

Perché il Giappone è immune al populismo

— Ian Buruma

L’analisi ottimista di un grande esperto del Sol levante: nonostante il nazionalismo di Abe, il Giappone resta un paese fondato sulla classe media, dove regna ancora una certa pace sociale.

memoria

Ti dico solo grazie

— Yoshimoto Banana

La dichiarazione d’amore per Shimokitazawa, il quartiere di Tokyo in cui ha abitato per anni, diventa per la scrittrice un’occasione per riflettere sui ricordi e su ciò che è cambiato nel Giappone contemporaneo.

psicologia

Il prosciugamento dei desideri

— Murakami Ryū

L’incapacità di emozionarsi, il calo del desiderio e il dilagare della depressione raccontati da uno dei maggiori scrittori giapponesi, che si domanda se all’origine di tutto non vi sia l’instabilità socioeconomica.

tradizione

Uomini e orsi

— Cesare Alemanni

Per secoli gli ainu, un antico popolo del Nord dell’Hokkaidō, sono stati bollati come «aberrazione preistorica» e oggetto di repressione. Hanno resistito all’assimilazione grazie alle loro tradizioni, tanto che oggi vengono riscoperti dagli storici, dagli antropologi e... dai turisti.

sport

Vivere da giapponesi

— Brian Phillips

Il viaggio di uno scrittore per seguire il più importante torneo di sumo diventa un cammino nell’oblio, sulle tracce di un uomo dimenticato, protagonista nel 1970 di un altro rituale, un clamoroso caso di seppuku.

musica

Sweet Bitter Blues

— Amanda Petrusich

Perché i giapponesi vanno pazzi per il blues? La risposta sembra avere a che fare più con le caratteristiche della cultura giapponese che con l’esotismo di un genere distintamente afroamericano.

cinema

Affari di famiglia

— Giorgio Amitrano

Un viaggio cinematografico all’insegna della decostruzione del mito della famiglia-tipo giapponese: dalle difficoltà dei giovani a separarsi dai genitori nei capolavori del dopoguerra di Ozu, all’indifferenza della società contemporanea, fino alle famiglie alternative.

società

Gli evaporati del Giappone

— Léna Mauger

Scomparire all’improvviso per rifarsi una vita altrove, liberi dal proprio passato: una tradizione che risale al Giappone feudale. Migliaia di giapponesi oggi vivono come fantasmi per sfuggire ai debiti contratti.

Fotografia

Prospekt photo

Le fotografie di questo numero sono state realizzate da Laura Liverani, fotografa documentarista e docente universitaria che vive tra l’Italia e Tokyo. Con i suoi scatti ha raccontato il Giappone moderno e ricevuto il Premio Voglino per la lunga ricerca sulla minoranza ainu. I suoi lavori sono apparsi su D – la Repubblica, Clothes for humans di Benetton, Marie Claire, The Washington Post e The Japan Times. Ha tenuto mostre personali all’Istituto italiano di cultura di Tokyo, alla G/p gallery di Shigeo Goto e al Fringe club di Hong Kong. Ospite di diversi festival internazionali, quali il Singapore international photo festival, il Festival della fotografia etica a Lodi, l’Indian photo festival di Hyderabad, Laura ha insegnato fotografia in diversi istituti, dall’Isia di Faenza al National college of art di Dublino e alla Middlesex university a Londra.