Emil Tode

Terra di confine

Terra di confine

Emil Tode

Terra di confine

Traduzione di: F. Rosso Marescalchi
Introduzione di: Pirkko Peltonen
Prima edizione: 01 novembre 1996

Pagine: 172
Prezzo di copertina: € 10,50

Forse è proprio perché viene «da un secolo passato, da una terra scomparsa», da uno di quei Paesi Baltici da cui ha avuto inizio la frantumazione dell'Impero, che Tode arriva a dirci qualcosa di nuovo sulla nostra epoca. Lo fa guardando da finestre, cogliendo il «frammento della vita», e scegliendo ironicamente di presentarlo nella forma epistolare del classico «viaggio di formazione». Poco dopo la proclamazione d’indipendenza del suo paese, un giovane traduttore estone arriva a Parigi per curare un’antologia della poesia francese del Dopoguerra. E’ fuggito «da un tempo che era come un blocco di ghiaccio», da una terra dove il sole è «una favolosa moneta d’oro che si gira e si rigira al chiarore del fuoco, e la si morde prima di fidarsene» e, dal grigiore dell’Europa dell’Est, approda nella città «dove sono accumulate tante delle bellezze e delle ricchezze del mondo, tutti gli immaginabili doni del sole e altrettanto dolore, altrettanta miseria e bruttezza che l’oro e le pietre preziose stentano a nascondere». Due mondi inconciliabili che si scontrano nella sua natura ambiguamente androgina, nella sua coscienza di disincantato «flâneur», spettatore dell’inganno del vivere, in un rapporto di fascino e repulsione, di attrazione e distruzione, che nel romanzo si risolve simbolicamente nel delitto. Le lettere, che non spedirà mai, a un emblematico Angelo, sono la confessione dell’omicidio dell’amante Franz, docente di filosofia, di cui ha accettato l’ospitalità e le elargizioni, accumulando nei suoi confronti il risentimento che gli suscita quella società ricca e raffinata in cui «la carne è ovunque pronta, ma lo spirito non si trova più da nessuna parte». I rapporti fra Est e Ovest, la ricerca di un’identità sono fra i temi fondamentali di questo romanzo, ma quello sguardo remoto, il continuo gioco fra racconto e ricordi, sogni e riflessioni, la rara qualità della scrittura trasformano il confronto con l’attualità in una meditazione sulla condizione umana di questa fine millennio, malata d’irrealtà, di estraneità, di non appartenenza, un mondo di nomadi votati alla provvisorietà, ovunque «terra di confine».

Generi: Romanzo
Paese: Estonia

Titolo originale: Piiririik
Collana: Gli Iperborei
Numero di collana: 62
ISBN: 9788870910629

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